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Occlusione venosa retinica

Indice

L’occlusione venosa retinica (RVO, dall’inglese Retinal Vein Occlusion) è una patologia oculare causata dall’ostruzione di un vaso venoso della retina.

In base al distretto vascolare coinvolto, l’occlusione venosa retinica può essere distinta in occlusione della vena retinica centrale (CRVO, dall’inglese Central Retinal Vein Occlusion) e occlusione di una branca della vena retinica (BRVO, dall’inglese Branch Retinal Vein Occlusion). La prima è causata dall’ostruzione della vena principale della retina, la seconda dall’ostruzione di una sua ramificazione.

Alcune persone presentano una predisposizione – ossia un rischio più elevato – per l’occlusione venosa retinica a causa dell’esistenza di una particolare conformazione anatomica dei vasi sanguigni della retina. Anche il diabete, il glaucoma, l’ipertensione, le patologie vascolari legate all’età e alcune patologie del sangue rappresentano un fattore di rischio per la RVO. Inoltre, un evento pregresso di BRVO in un occhio comporta una maggiore probabilità (di circa il 10%) che un secondo evento di BRVO o di CRVO possa manifestarsi nell’altro occhio entro 5 anni dall’episodio trombotico iniziale.

Sintomi e diagnosi

I sintomi più comunemente riportati dai pazienti colpiti da occlusione venosa retinica sono la percezione di immagini sfocate e l’abbassamento più o meno grave e repentino della visione sia centrale che periferica. 

L’occlusione venosa retinica viene diagnosticata già nelle prime fasi della visita oculistica attraverso l’oftalmoscopia e in seguito, in maniera più precisa e approfondita, mediante alcuni esami strumentali quali la Tomografia a Coerenza Ottica (OCT) ad alta risoluzione, che permette di visualizzare ogni singolo strato retinico, e l’Angiografia con fluoresceina (FAG), che permette di esaminare l’integrità strutturale e la pervietà dei vasi sanguigni della retina con l’impiego di un mezzo di contrasto.

Complicanze dell'occusione venosa retinica

L’occlusione venosa retinica può dare origine a diversi tipi di complicanze quali l’emorragia vitreale, l’edema maculare cistoide post-trombotico, la neovascolarizzazione patologica e la neovascolarizzazione iridea che, a sua volta, può generare il glaucoma neovascolare.

Vediamo qui di seguito alcune complicanze.

Emoraggia vitreale

L’emorragia vitreale si verifica quando un capillare a livello della retina si rompe e il sangue permea il corpo vitreo. Questo tipo di evento porta a una perdita immediata della visione poiché la presenza del sangue impedisce alla luce di attraversare il vitreo emorragico (emovitreo). A volte l’emorragia vitreale si riassorbe spontaneamente, talvolta invece possono essere necessarie anche molte settimane o alcuni mesi prima che il paziente ritorni a vedere. 

Quando l’emorragia non viene riassorbita spontaneamente entro tempi ragionevoli (6-8 settimane) o se la presenza di sangue rappresenta un pericolo per la salute della retina, si ricorre a un intervento chirurgico denominato vitrectomia, che consiste nella rimozione dell’emovitreo e nella sua sostituzione con un mezzo adeguato, solitamente un gas o una soluzione salina bilanciata (BSS), che verrà poi rimpiazzato da un vitreo di “seconda formazione”.

L'edema maculare cistoide post-trombotico

L’edema maculare cistoide (CME, dall’inglese Cystoid Macular Edema) post-trombotico si origina quando sangue e fluidi che fuoriescono da un vaso sanguigno retinico ostruito o danneggiato vanno ad accumularsi sotto la retina, causando il sollevamento della macula.

Questo fenomeno determina una visione sfuocata e in assenza di trattamento tempestivo può comportare una riduzione importante e irreversibile della visione centrale. Il CME deve essere trattato con iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF (anti Vascular Endothelial Growth Factor), che inibiscono l’effetto patologico del VEGF prodotto in eccesso dalle zone retiniche ischemiche.

La neovascolarizzazione patologica

La neovascolarizzazione patologica consiste nella crescita di nuovi vasi sanguigni fragili e malati. Nel caso dell’occlusione venosa retinica, questo fenomeno può avvenire a livello della retina o dell’iride e può portare a un blocco dei canali di drenaggio dell’umor acqueo, con aumento della pressione intraoculare e conseguente glaucoma neovascolare, un’entità patologica particolarmente difficile da trattare.

Prevenzione dell'occlusione venosa retinica

Se l’occlusione venosa retinica non viene diagnosticata e trattata con urgenza, l’instaurarsi delle diverse complicanze può portare a una perdita irreversibile della visione. La prevenzione rimane senza dubbio l’arma più efficace contro la RVO e consiste nel tenere sotto controllo i fattori di rischio correlati, quali il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il glaucoma, il fumo.

Trattamento dell'occlusione venosa retinica

complicata da edema maculare cistoide post-trombotico

La terapia per l’occlusione venosa retinica complicata da edema maculare cistoide post-trombotico è caratterizzata da due diverse fasi. La prima fase consiste nel trattamento delle zone retiniche ischemiche periferiche, precedentemente individuate durante l’angiografia con fluoresceina, mediante un laser a duplicato di frequenza (DDF). 

La seconda fase prevede il trattamento dell’edema maculare cistoide secondario ad occlusione venosa con delle iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF, che mirano a prevenire o combattere l’effetto patologico del VEGF prodotto in eccesso dalle zone retiniche ischemiche. Pochi giorni dopo la somministrazione intraoculare dei farmaci anti-VEGF, la macula tende a ritornare alla sua normale forma anatomica e fisiologica, inoltre la capacità visiva iniziale del paziente viene ripristinata o sensibilmente migliorata. 

Oggigiorno, per contrastare l’azione patologica del VEGF vengono utilizzati anche gli impianti intravitreali a lento rilascio, polimeri biodegradabili a base di molecole cortisoniche che vengono impiantati nella cavità vitreale, dove rilasciano molecole farmacologicamente attive in modo controllato per diversi mesi o anche anni.

Distacco di retina giganteDistacco di retina postoperatorio cerchiaggio

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