Interventi chirurgici per il Distacco di retina
Vitrectomia per il distacco di retina
Vitrectomia per il distacco di retina
Il distacco di retina è un evento estremamente pericoloso per la salute degli occhi e per la visione. Qualora dovesse verificarsi, il distacco di retina deve essere trattato come una vera e propria emergenza e richiede un intervento tempestivo.
Esistono fattori predisponenti e fattori di rischio per il distacco di retina, inoltre non di rado questo evento è preceduto da sintomi premonitori. Il monitoraggio attento della retina, sempre consigliato dopo i 45-50 anni d’età e in presenza di fattori predisponenti e di rischio, permette di valutare o individuare il pericolo di un distacco di retina e di mettere in atto delle procedure mirate a prevenire questa eventualità.
La conoscenza dei sintomi premonitori può anch’essa essere preziosa per riuscire a riconoscere immediatamente il problema e intervenire precocemente, e quindi più efficacemente, in caso di distacco di retina.
La precocità d’intervento è fondamentale, a parità di tecnica chirurgica utilizzata e abilità del chirurgo, per il successo terapeutico del trattamento. Ciò è dovuto al fatto che, quando la retina si stacca dal fondo oculare, i fotorecettori (coni e bastoncelli) perdono contatto con i vasi sanguigni della coroide e sono privati dell’ossigeno e del nutrimento di cui hanno bisogno. In questa situazione, man mano che il tempo passa, sempre più fotorecettori vanno incontro a morte cellulare, determinando una perdita irreversibile della visione che è tanto più grave quanto più lungo è il tempo intercorso tra il distacco e il trattamento.
A seconda della posizione e dell’entità del distacco di retina, si interviene con tecniche chirurgiche diverse. Se il distacco è periferico e non eccessivamente grande si può intervenire chirurgicamente con un intervento di cerchiaggio e piombaggio; se invece il distacco è molto esteso, l’intervento chirurgico d’elezione è la vitrectomia.
La vitrectomia consiste nell’asportazione del corpo vitreo dalla cavità intravitreale e l’inserimento di aria, gas o olio per aiutare la retina a riaccollarsi nuovamente al fondo dell’occhio e rimarginarsi. Alla vitrectomia possono essere accoppiati altri tipi di chirurgie oculari, quali l’intervento di cataratta o un trattamento laser. La vitrectomia è un intervento chirurgico piuttosto impegnativo e si effettua in sala operatoria; a seconda dei casi può avere una durata anche di diverse ore e presentare un post-operatorio non privo di fastidi.
Post-operatorio
“Il post-operatorio dell’intervento di vitrectomia è impegnativo per il paziente operato e rappresenta una fase importante per il successo terapeutico della chirurgia.
Se il corpo vitreo è stato sostituito da un gas espansibile, per tutto il periodo in cui il gas permane all’interno dell’occhio (solitamente 3-4 giorni) la testa deve essere mantenuta in una posizione “a faccia in giù” (face-down). Il mantenimento scrupoloso di questa posizione è di fondamentale importanza per la riuscita dell’intervento, poiché in questo modo il gas esercita sulla retina una pressione che le permette di mantenere la sua posizione fisiologica, facilitandone la rimarginazione.
Oltre a mantenere la posizione obbligata della testa, il paziente deve utilizzare colliri antibiotici e antinfiammatori e, in caso di dolenzia, farmaci antidolorifici.
Per tutto il periodo in cui il gas permane all’interno dell’occhio si deve inoltre evitare di viaggiare in aereo e in montagna, poiché l’altitudine potrebbe provocare repentini e pericolosi sbalzi della pressione intraoculare. Per lo stesso motivo devono essere evitati anche sforzi e movimenti bruschi della testa.
La percezione di lampi di luce e corpi mobili può continuare per un lungo periodo dopo la vitrectomia e solitamente, laddove possibile, il miglioramento della visione è apprezzabile solo dopo alcune settimane.