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Chirurgia refrattiva: interventi laser

Chirurgia refrattiva: interventi laser

PRK

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PRK

La cheratectomia fotorefrattiva (PRK) è una procedura chirurgica utilizzata per eliminare o ridurre i difetti refrattivi quali la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo.

Indice

La cheratectomia fotorefrattiva (PRK) è una procedura chirurgica utilizzata per eliminare o ridurre i difetti refrattivi, quali la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, siano essi di origine congenita o acquisiti.
La PRK si avvale di un laser ad eccimeri che permette di rimodellare la cornea senza la necessità di ricorrere al bisturi. Il laser ad eccimeri modifica la curvatura – e di conseguenza il potere diottrico – della cornea, facendo in modo di ottenere la corretta messa a fuoco delle immagini sulla retina senza dover più indossare gli occhiali o le lenti a contatto.

La PRK è una procedura sicura e con un elevatissimo grado di successo, ma deve essere eseguita su pazienti idonei e dopo aver escluso l’esistenza di fattori di rischio per eventuali complicanze a carico della cornea.
L’idoneità di un paziente viene valutata grazie all’acquisizione e all’analisi di determinati parametri anatomici, funzionali e fisiologici dell’occhio, ottenuti mediante l’esecuzione di una serie di esami diagnostici non-invasivi.
L’assenza di fattori di rischio per determinate patologie corneali, in particolare quelle su base genetica, può essere verificate mediante l’esecuzione di un test genetico.

L’iLasik è una tecnica di chirurgia refrattiva utilizzata per eliminare o ridurre in modo permanente i difetti refrattivi quali la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia.

Interventi laser refrattiva

Preparazione

La preparazione all’intervento di PRK prevede alcune accortezze. Il paziente che porta le lenti a contatto deve smettere di indossare le lenti almeno 10 giorni prima dell’intervento. Il giorno dell’intervento l’occhio da operare viene trattato con colliri anestetici per rendere la procedura completamente indolore. Una volta pronto, il paziente viene posizionato su un lettino e gli viene applicato un “blefarostato”, che serve a mantenere l’occhio aperto durante la procedura.

Intervento

La PRK dura generalmente meno di un minuto. Durante la procedura il paziente deve fissare una mira luminosa. Un meccanismo denominato “eye tracker” assicura la precisione del trattamento laser interrompendo istantaneamente l’emissione del laser ogni qual volta il paziente perde la fissazione richiesta, per riprendere il trattamento non appena la fissazione viene ripristinata. All’inizio della procedura viene applicata una soluzione alcolica per rimuovere delicatamente l’epitelio corneale e in seguito viene effettuato il trattamento laser vero e proprio.

Post Intervento

Subito dopo l’intervento si applica sulla cornea una lente a contatto terapeutica per facilitare la riepitelizzazione e la guarigione. Questa lente deve essere indossata per 4-5 giorni, durante i quali il paziente deve seguire una terapia con colliri e, se il fastidio dovesse essere eccessivo, anti-dolorifici.
Nel post-operatorio il paziente deve stare attento a non strofinarsi l’occhio per evitare di procurare alla cornea qualsiasi possibile trauma involontario.

Controlli

La prima visita di controllo si esegue 24 ore dopo l’intervento. Dopo altri 4-5 giorni si effettua una seconda visita di controllo, durante la quale la lente a contatto terapeutica può essere tolta. A questo punto il paziente potrà già percepire un netto recupero visivo senza l’utilizzo di alcun mezzo correttivo. Il recupero previsto si avrà poi nel periodo successivo. La PRK viene eseguita da oltre 30 anni ed è l’intervento più sicuro nella pratica oftalmologica.

Domande Frequenti

La cheratectomia fotorefrattiva (PRK) è una tecnica di chirurgia refrattiva che rimodella la curvatura della cornea utilizzando un laser a eccimeri. Il laser viene applicato sulla parte esterna della cornea dopo avere rimosso lo strato epiteliale più superficiale.

Per potersi sottoporre alla PRK il paziente deve osservare un protocollo di preparazione. I portatori di lenti a contatto devono astenersi dall’indossare le lenti per almeno 10 giorni prima dell’intervento. Il giorno dell’intervento l’occhio del paziente viene trattato con colliri anestetici e disinfettanti e, una volta pronto, il paziente è invitato a prendere posto sul lettino operatorio per procedere all’esecuzione dell’intervento.

L’occhio del paziente è mantenuto aperto per l’intera durata della procedura grazie all’applicazione di un blefarostato. La procedura ha inizio con la rimozione dello strato epiteliale superficiale della cornea utilizzando una soluzione alcolica, in seguito si procede con la parte chirurgica vera e propria, che generalmente dura meno di un minuto. 

Durante l’applicazione del laser il paziente deve fissare una mira luminosa per tenere la cornea più ferma possibile; contemporaneamente un meccanismo denominato eye-tracking assicura la precisione del trattamento anche in caso di perdita di fissazione e spostamenti involontari dell’occhio.A fine intervento sulla cornea dell’occhio operato viene applicata una lente a contatto terapeutica, che facilita la riepitelizzazione e la guarigione della cornea trattata.

Dopo la PRK il paziente deve indossare la lente a contatto terapeutica per circa 4-5 giorni e contemporaneamente seguire una terapia farmacologica topica a base di colliri. Generalmente il fastidio post-operatorio è facilmente tollerabile, ma nel caso dovesse diventare particolarmente intenso il paziente può assumere degli antidolorifici. Durante il periodo di guarigione il paziente deve stare attento a non strofinare l’occhio operato per evitare di causare traumi involontari.

 

La prima visita di controllo è prevista 24 ore dopo l’intervento, la seconda visita dopo ulteriori 4-5 giorni, quando la lente a contatto terapeutica può essere rimossa. In questa fase il paziente percepisce già un discreto recupero visivo senza l’utilizzo di alcun mezzo correttivo. Il recupero visivo completo si ottiene tuttavia gradualmente, nel periodo successivo, con tempistiche che possono variare da paziente a paziente.

La PRK è stata la prima tecnica di chirurgia refrattiva ad essere eseguita sull’uomo e, a oltre 35 anni dal suo esordio, è considerata oggi tra le procedure oftalmologiche con lo standard di efficacia e sicurezza più elevato, purché eseguita su pazienti selezionati e privi di particolari rischi di complicanze a carico della cornea.

 

Per garantire a ogni paziente la massima efficacia e sicurezza, uno step di fondamentale importanza è quello della valutazione dell’idoneità del paziente alla PRK, che richiede un’analisi approfondita di una serie di parametri anatomici, funzionali e fisiologici dell’occhio mediante esami diagnostici specifici non-invasivi, quali l’interferometria, la topografia corneale, la pachimetria ottica e ultrasonica, la pupillometria statica e dinamica e l’analisi tomografica degli strati corneali

 

Verificare l’assenza di fattori di rischio per determinate patologie corneali, in particolare quelle su base genetica, è altresì fondamentale per abbassare i rischi di complicanze post-PRK. L’eventuale presenza di rischio genetico per una patologia corneale può essere valutata mediante l’esecuzione di un test genetico.

L’iLasik è una tecnica di chirurgia refrattiva utilizzata per eliminare o ridurre in modo permanente i difetti refrattivi quali la miopia, l’astigmatismo e l’ipermetropia.

L’iLasik è stata sviluppata successivamente alla PRK (Photorefractive Keratectomy) e si differenzia da quest’ultima per la modalità di applicazione del laser a eccimeri: nella PRK il laser viene applicato sulla parte superficiale della cornea dopo avere rimosso lo strato epiteliale più esterno, mentre nell’iLasik il laser viene applicato sullo strato stromale, più interno, della cornea grazie alla creazione di un “flap corneale”.

ILASIK

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Il flap corneale consiste in un sottile strato di cornea che viene realizzato praticando sulla parte centrale anteriore della cornea stessa un’incisione circolare incompleta e in seguito sollevando e ribaltando – similmente a come si fa con la copertina di un libro – il sottile strato di cornea che ricopre lo stroma. La possibilità di modellare la cornea agendo direttamente sullo stroma permette di avere un recupero visivo immediato e assenza di dolore nel post-operatorio.

Oggigiorno il flap corneale viene creato mediante l’impiego di un laser a femtosecondi, una tecnologia di ultimissima generazione capace di eseguire un’incisione di grandissima precisione.

Sia l’iLasik che la PRK sono caratterizzate da un livello di sicurezza estremamente elevato, ineguagliabile nel campo della chirurgia oculare, e permettono di conseguire nei pazienti adeguatamente selezionati risultati prossimi al 100% rispetto agli obiettivi prefissati. L’iLasik rappresenta un’evoluzione rispetto alla PRK e presenta alcuni vantaggi rispetto a quest’ultima, tuttavia non tutti sono idonei per questa procedura. La scelta del tipo di chirurgia refrattiva da adottare per ogni specifico candidato, iLasik o PRK, deve essere valutata dall’oculista in base a determinati parametri anatomici dell’occhio.

Le visite pre-operatorie

Il candidato alla chirurgia refrattiva deve sottoporsi a una serie di esami oculistici finalizzati a definire le proprietà refrattive e le caratteristiche anatomiche dell’occhio da operare, tra questi troviamo l’interferometria (che determina la lunghezza del bulbo oculare), la topografia corneale, la pachimetria ottica e ultrasonica, la pupillometria statica e dinamica e l’analisi tomografica degli strati corneali.

La preparazione all’intervento

Il giorno dell’intervento, il paziente viene istruito sull’intera procedura da seguire e viene invitato a prendere posto sul lettino operatorio. L’occhio da operare è trattato con un collirio anestetico e successivamente gli viene applicato un blefarostato per mantenere le palpebre ben aperte durante la procedura.

L’intervento

La prima fase dell’intervento prevede la creazione del flap corneale mediante l’utilizzo del laser a femtosecondi. La messa a fuoco del laser è regolata a pochi micron di profondità dalla superficie della cornea, tra le lamelle dello stroma corneale, in questo modo l’incisione determina una separazione meccanica del flap corneale mediante l’induzione di microbolle. Il laser a femtosecondi effettua un’incisione circolare incompleta che permette al flap corneale di essere sollevato e rigirato restando attaccato alla cornea. Il laser permette anche la creazione di lembi a cerniera, che consentono il perfetto riposizionamento del flap corneale alla fine della procedura.

A questo punto il lettino del paziente viene traslato sotto al laser a eccimeri, grazie al quale si esegue la chirurgia refrattiva vera e propria, con il rimodellamento della curvatura della cornea

Durante la procedura, il laser a eccimeri segue un precedentemente impostato in base ai parametri acquisiti durante le visite pre-operatorie. Per l’intera durata dell’intervento il paziente deve guardare una mira di fissazione precisione dell’intervento è assicurata non solo dalla presenza della mira di fissazione, ma anche da un sistema di sicurezza computerizzato che permette di avere un perfetto centramento del laser anche in caso di movimenti involontari dell’occhio.

Al termine della procedura, il flap corneale viene accuratamente riportato nella sua posizione originaria. Questa operazione viene eseguita con l’ausilio di una spatola e risulta estremamente preciso grazie alla presenza dei lembi “a cerniera” creati dal laser a femtosecondi.

Il post-operatorio

Il post-operatorio dell’iLasik è molto meno impegnativo rispetto al post-operatorio della PRK, poiché questa procedura non prevede l’eliminazione dello strato epiteliale della cornea e quindi non vi è la necessità di indossare una lente a contatto terapeutica per promuovere la riepitelizzazione. Per lo stesso motivo il post-operatorio risulta privo di dolore e discomfort.

Domande Frequenti

La cheratectomia fotorefrattiva (PRK) è una tecnica di chirurgia refrattiva che rimodella la curvatura della cornea utilizzando un laser a eccimeri. Il laser viene applicato sulla parte esterna della cornea dopo avere rimosso lo strato epiteliale più superficiale.

Nei 10 giorni che precedono l’intervento di iLasik il paziente deve evitare di indossare lenti a contatto. Il giorno dell’intervento l’occhio da operare viene trattato con colliri anestetici e disinfettanti e quando la preparazione è terminata il paziente è invitato a posizionarsi sul lettino operatorio per l’esecuzione dell’intervento.

Prima di iniziare l’intervento, al paziente viene applicato un blefarostato per mantenere l’occhio aperto durante tutta la procedura. Successivamente si procede con la creazione del flap corneale, eseguendo un’incisione circolare incompleta nella parte anteriore e centrale della cornea. L’incisione circolare incompleta permette al sottile strato di cornea delimitato dall’incisione di essere sollevato e capovolto – lasciando lo stroma esposto all’applicazione del laser – restando comunque attaccato alla cornea.

 

Oggi il flap corneale viene realizzato utilizzando un laser a femtosecondi, in grado di praticare un’incisione a pochi micron di profondità dalla superficie della cornea, inducendo una separazione meccanica del flap mediante la formazione di microbolle. Il laser a femtosecondi è inoltre in grado di creare nel flap dei lembi a cerniera, che consentono il perfetto riposizionamento del flap corneale alla fine della procedura.

 

Una volta creato e capovolto il flap corneale, l’occhio è pronto per l’intervento vero e proprio, quindi il paziente viene traslato insieme al lettino operatorio sotto al laser a eccimeri. Il rimodellamento della cornea con il laser segue un programma impostato preventivamente in base ai parametri dell’occhio acquisiti durante le visite pre-operatorie. Al paziente viene chiesto di guardare una mira di fissazione per tutta la durata dell’intervento al fine di evitare di muovere l’occhio, contemporaneamente un sistema di sicurezza computerizzato permette l’applicazione precisa del laser anche in caso di movimenti involontari dell’occhio.

 

Al termine della procedura, il flap corneale viene accuratamente ricollocato nella sua posizione originale con l’ausilio di una spatola. La presenza dei lembi a cerniera permette un riposizionamento estremamente preciso.

Il post-operatorio dell’iLasik è di gran lunga meno impegnativo rispetto a quello della PRK, poiché questa procedura non prevede l’eliminazione dello strato epiteliale della cornea e quindi non vi è necessità di indossare una lente a contatto terapeutica per promuovere la guarigione della cornea stessa. Per tale motivo il post-operatorio dell’iLasik risulta privo di qualsiasi fastidio o discomfort oculare.

L’efficacia e la sicurezza dell’iLasik sono molto elevate, tuttavia è sempre necessario valutare attentamente l’idoneità di ogni candidato a questo tipo di procedura.

 

L’idoneità del paziente deve essere valutata tenendo in considerazione diversi parametri anatomico-funzionali e fisiologici dell’occhio misurati mediante interferometria, topografia cornealepachimetria ottica e ultrasonica, pupillometria statica e dinamica e analisi tomografica degli strati corneali. Oggigiorno è consigliabile anche l’esecuzione di un test genetico in grado di evidenziare l’eventuale presenza di fattori di rischio genetici per patologie ereditarie della cornea, per le quali l’intervento potrebbe rappresentare un fattore scatenante importante.

 

L’iLasik rappresenta un’evoluzione rispetto alla PRK, tuttavia non tutti i pazienti sono idonei a questo tipo di procedura. La scelta del tipo di chirurgia refrattiva da utilizzare per ogni specifico candidato, iLasik o PRK, deve essere valutata dall’oculista in base ai parametri anatomici dell’occhio misurati durante le visite pre-operatorie.

 

Se i pazienti sono opportunamente selezionati, l’iLasik è caratterizzata da un livello di sicurezza estremamente elevato, ineguagliabile nel campo della chirurgia oculare, e permette di conseguire risultati prossimi al 100% rispetto agli obiettivi prefissati.

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