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Occhio Secco, Origini e Rimedi

Indice

Vi siete mai svegliati con la sensazione di avere un corpo estraneo in un occhio o un forte bruciore agli occhi senza apparente motivo? Potrebbe trattarsi della sindrome dell’occhio secco.

In Italia una persona su quattro soffre di questa fastidiosa condizione oculare, con una prevalenza del genere femminile, soprattutto dopo i 50 anni d’età.

Quali sono le cause dell'occhio secco?

La sindrome dell’occhio secco è una patologia causata da un’alterazione quantitativa e/o qualitativa del film lacrimale, il sottilissimo strato di lacrime che riveste la superficie esterna dell’occhio: cornea e congiuntiva. Il film lacrimale protegge l’occhio dagli agenti esterni meccanici (polvere, vento), fisici (freddo intenso) e patogeni (microrganismi vari).L’occhio secco può essere determinato essenzialmente da tre fattori: diminuzione della produzione del film lacrimale, alterazione della sua composizione o sua eccessiva evaporazione. La genesi di questi fattori può essere determinata dall’invecchiamento, dalla presenza di disordini della tiroide e dell’assetto ormonale, da blefariti e congiuntiviti, dall’assunzione di alcuni farmaci (ad es. i colliri antiglaucomatosi, a causa dei principi attivi e / o dei conservanti in essi contenuti) o può essere la manifestazione di determinate malattie sistemiche di tipo autoimmunitario.

Quali sono i sintomi più frequenti dell'occhio secco?

Il sintomo più comune è l’impressione di avere un corpo estraneo in un occhio, una sensazione fastidiosa che porta a sfregarsi ripetutamente gli occhi, instaurando così un circolo vizioso. Altri sintomi dell’occhio secco sono bruciore e aumentata sensibilità e irritabilità alle condizioni ambientali, in particolare al fumo ma anche al vento o agli ambienti condizionati. Le persone affette da occhio secco presentano spesso un’ipersensibilità alla luce (fotofobia) poiché la superficie corneale dei loro occhi è irritata al punto da coinvolgere l’apparato trigeminale. La sindrome dell’occhio secco può comportare anche disturbi alla gola, congestione nasale, tosse cronica, raffreddori frequenti e mal di testa.
Immagine grafica di donna con occhio secco che lacrima

Anche un'eccessiva lacrimazione deve metterci in allarme?

L’eccessiva lacrimazione si verifica quando la secchezza oculare è tale da generare una condizione d’irritazione permanente che determina rossore e produzione di lacrime eccessiva e ingiustificata, definita lacrimazione riflessa paradossa. Molto spesso i pazienti che si lamentano di un’eccessiva lacrimazione sono in realtà pazienti che sono affetti da una condizione di “ipolacrimazione”, ossia una secrezione di film lacrimale insufficiente. Le lacrime prodotte nei soggetti affetti da ipolacrimia sono però prevalentemente, se non unicamente, a componente acquosa e ciò determina una veloce evaporazione delle lacrime stesse, che quindi non riescono a sopperire all’inefficienza del film lacrimale. Per approfondire la patologia è possibile visionare la sezione dedicata: Occhio secco.
Immagine di un occhio secco

Quali sono gli esami diagnostici da fare in caso di occhio secco?

Il test più comune per diagnosticare l’occhio secco è il test di Schirmer, che permette di determinare il livello di produzione lacrimale misurando il menisco di liquido che si forma su una sottile strisciolina di carta bibula inserita tra la rima palpebrale inferiore e il bulbo oculare.I test con i coloranti vitali, quali ad esempio il rosa bengala, ci permettono di evidenziare abrasioni o desquamazioni della superficie dell’occhio dovute a scarsa lacrimazione, grazie alla capacità di questi coloranti di legarsi alle cellule epiteliali morte o degenerate.Il test del tempo di rottura o Breack-up Time (BUT) analizza la qualità del film lacrimale mediante l’instillazione di gocce di fluoresceina e l’osservazione della superficie oculare mediante lampada a fessura: il tempo che trascorre dall’ammiccamento alla “rottura del film lacrimale”, ossia quando appaiono le prime aree asciutte sulla superficie oculare, evidenziabili dall’assenza di colorazione, dà un indice della qualità del film lacrimale.Il test oggigiorno più affidabile per valutare e quantificare la sindrome dell’occhio secco è il test dell’osmolarità del film lacrimale, che può essere eseguito direttamente negli studi oculistici grazie a un dispositivo particolarmente sofisticato.

Quali sono le cure per l'occhio secco?

Il film lacrimale, che nella sindrome da L’occhio secco è una condizione dell’occhio determinata da un’insufficiente produzione di film lacrimale, che espone la parte esterna dell’occhio a facile irritazioni o infezioni. I sintomi e i fastidi derivanti da questa condizione oculare possono essere attenuati o eliminati con l’uso regolare di appositi colliri o lacrime artificiali.

cusumano occhiosecco

Esiste una chirurgia per l'occhio secco?

Nel caso di un’alterazione del film lacrimale che risulta essere unicamente di tipo quantitativo, la terapia più semplice consiste nella chiusura dei puntini lacrimali inferiori e/o superiori con il fine di bloccare il deflusso delle lacrime: ciò viene realizzato mediante l’inserimento di minuscoli tappini in collagene o silicone.I tappini in collagene permettono di ottenere una chiusura temporanea dei puntini lacrimali, mentre i tappini in silicone permettono di avere una chiusura a lungo termine.Nei casi più gravi si può optare di ricorrere alla chirurgia laser per chiudere i puntini lacrimali in maniera definitiva.Un altro approccio terapeutico consiste nel trattamento con luce pulsata policromatica, una tecnologia denominata IRPL (Intense Regulated Pulsed Light), che stimola la funzionalità delle ghiandole di Meibomio, responsabili della produzione della componente lipidica del film lacrimale. Questa tecnica è stata oggetto di diversi studi clinici mostrandosi molto valida, ma si attendono ulteriori dati per confermarne la sicurezza e l’efficacia anche nel medio-lungo termine.Nei casi più gravi di sindrome dell’L’occhio secco è una condizione dell’occhio determinata da un’insufficiente produzione di film lacrimale, che espone la parte esterna dell’occhio a facile irritazioni o infezioni. I sintomi e i fastidi derivanti da questa condizione oculare possono essere attenuati o eliminati con l’uso regolare di appositi colliri o lacrime artificiali.

Mele e Occhio Secco: cos'hanno in comune

La mela contiene vitamina A, sostanza che ha un ruolo di primaria importanza nel nutrimento dell’epitelio superficiale della cornea e la cui carenza può portare a “cheratinizzazione” della superficie corneale e a una “metaplasia squamosa” dell’epitelio corneo-congiuntivale che può comportare danni gravi e permanenti all’occhio (xeroftalmia). Anche la vitamina B6 è presente in questo frutto; la vitamina B6 svolge un ruolo importante nei processi immunitari e la sua deficienza può provocare un’atrofia degli organi linfoidi, con conseguente riduzione della produzione di linfociti e con risposta anticorpale e produzione di interleuchine alterate.Infine nella mela sono presenti vitamina C, vitamina E e numerosi oligoelementi, quali ad esempio lo zinco e il manganese, che aiutano a preservare l’integrità anatomica delle cellule di Goblet, responsabili della produzione della componente mucinica del film lacrimale, la cui riduzione determina un’instabilità che può dar origine a patologie gravi e debilitanti quali il Morbo di Siögren.

Computer e Occhio Secco: un'accoppiata pericolosa

L’essere umano chiude velocemente e involontariamente le palpebre almeno 12-14 volte al minuto e tale ammiccamento palpebrale è fondamentale per distribuire uniformemente il film lacrimale sulla mucosa congiuntivale e sulla cornea.

Quando guardiamo lo schermo di un computer o di un cellulare questo importante meccanismo viene bloccato o comunque sensibilmente rallentato. Se il tempo che trascorriamo davanti allo schermo di un computer diventa molto prolungato, e per molti di noi questo si verifica quotidianamente per motivi lavorativi, la riduzione dell’ammiccamento palpebrale diventa importante e ciò favorisce l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco.
È quindi molto importante che coloro che hanno l’abitudine di rimanere per molte ore davanti al computer, sia per lavoro ma anche per svago, abbiano l’accortezza di fare diverse pause.

L’importanza dei danni che possono derivare dall’utilizzo prolungato dei computer è ormai consolidata e confermata anche dall’esistenza della legge 123/2007, che obbliga i lavoratori che svolgono le proprie mansioni davanti a un videoterminale di effettuare pause di almeno 15 minuti ogni due ore di lavoro.

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