Vi siete mai svegliati con la sensazione di avere un corpo estraneo in un occhio o un forte bruciore agli occhi senza apparente motivo? Potrebbe trattarsi della sindrome dell’occhio secco.
In Italia una persona su quattro soffre di questa fastidiosa condizione oculare, con una prevalenza del genere femminile, soprattutto dopo i 50 anni d’età.
L’emicrania è una malattia neurovascolare cronica caratterizzata da attacchi ricorrenti di cefalea; è la terza patologia più comune al mondo e alla sua origine concorrono fattori sia ambientali che genetici.Esistono diversi sottotipi di emicrania, i più importanti sono l’emicrania con aura e l’emicrania senza aura: nel primo caso l’emicrania viene preceduta da fenomeni neurologici che comportano disturbi visivi, fugaci abbagliamenti della vista o fosfeni, parestesie che colpiscono un lato del viso e l’arto superiore omolaterale e emiparesi, invece nel secondo caso non si presentano tali fenomeni neurologici. In un terzo circa dei pazienti affetti, l’emicrania è preceduta dall’aura.
L’emicrania è oggi considerata un fattore di rischio per la visione poiché può essere associata a complicanze ischemiche che possono interessare la retina e il nervo ottico; anche a livello sistemico esistono correlazioni con eventi ischemici quali l’ictus e l’infarto al miocardio. Il rischio sembra essere maggiore per i pazienti affetti da emicrania con aura.
Le complicanze visive associabili all’emicrania possono essere anche gravi ed includono l’occlusione centrale e l’occlusione di branca sia dell’arteria sia della vena retinica, la neuropatia ottica ischemica anteriore e posteriore e il glaucoma a pressione normale. Questi eventi patologici si potrebbero presentare sia durante un attacco acuto di emicrania che tra un attacco e l’altro.
Diversi ricercatori hanno ipotizzato che nei pazienti affetti da emicrania, soprattutto da emicrania con aura, potrebbero verificarsi delle variazioni nella perfusione oculare, sia acute che croniche, tali da portare alle complicanze sopra elencate. Per dare supporto a questa ipotesi i ricercatori Melinda Y. Chang et al. dell’Università della California, Los Angeles, hanno svolto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati nell’ottobre 2017 sulla rivista scientifica Investigative Ophthalmology & Visual Science.
Lo studio ha coinvolto pazienti affetti da emicrania con e senza aura e persone non affette (controlli) al fine di verificare l’eventuale presenza di un incremento della zona avascolare foveale (FAZ), di un decremento della densità dei vasi maculari e del nervo ottico, di una riduzione delle cellule ganglionari e di una diminuzione dello spessore dello strato delle fibre nervose (RNFL) che fosse significativamente maggiore nei pazienti affetti rispetto ai controlli. Lo studio è stato eseguito esaminando la vascolarizzazione maculare e del nervo ottico mediante Angio-OCT.