L’apprensione mondiale generata dal nuovo virus dal contagio facile (SARS-CoV-2), noto come Coronavirus, giustifica le misure di prevenzione messe in atto dai vari paesi coinvolti. Abbiamo visto come questi provvedimenti mirano soprattutto ad evitare che si creino situazioni in cui la distanza tra persone sia particolarmente ridotta, come manifestazioni ed eventi, poiché il contagio avviene principalmente per via aerea. Molti cittadini sono ricorsi all’utilizzo di mascherine per proteggere il naso e la bocca, ma poco e nulla è stato detto sul coinvolgimento oculare nella pandemia in corso. Pare, infatti, che la presenza di congiuntivite possa rappresentare un sintomo prodromico dell’infezione da Coronavirus. A farlo notare per la prima volta, sono stati proprio degli scienziati cinesi, i quali hanno condotto uno studio su 30 pazienti con COVID-19 tra la fine di gennaio e la metà di febbraio di quest’anno (Jianhua Xia MM et al., Feb 2020).
Nel suddetto studio, su 30 pazienti con COVID-19 un solo paziente presentava una congiuntivite con secrezione acquosa e congestione congiuntivale; non aveva invece al momento dell’esame altri particolari sintomi di febbre o difficoltà respiratorie.
Attraverso il prelievo di due campioni lacrimali per soggetto, è stata effettuata un’analisi chiamata RT-PCR che ha evidenziato la presenza del virus all’interno delle secrezioni oculari del paziente con la congiuntivite, ma non in quelle degli altri soggetti. Questo indica che è necessario avere una congiuntivite in corso perché le secrezioni lacrimali diventino un veicolo di trasmissione, e che viceversa le secrezioni oculari dei pazienti con Coronavirus ma senza congiuntivite non rappresentavano un elemento di contagio.
Diversi reports hanno suggerito che il COVID-19 può causare congiuntiviti e che il contagio possa avvenire oltre che per contatto, anche con la stessa trasmissione aerea. L’American Academy of Ophthalmology si raccomanda infatti di proteggere mani, bocca ma anche gli occhi dall’esposizione agli individui potenzialmente affetti. Sarebbe utile, infatti, utilizzare degli occhiali protettivi che siano in grado sia di proteggere i propri occhi dal contagio aereo di chi ci sta vicino, sia di evitare il contatto mani-occhi, molto spesso involontario. L’AAO fa sapere, inoltre, che il virus SARS-CoV-2 è verosimilmente suscettibile ai prodotti abitualmente in uso per la disinfezione degli strumenti utilizzati nella pratica clinica oftalmologica.
In conclusione è possibile affermare che sebbene la congiuntivite rappresenti solo in piccola parte un sintomo da COVID-19 e che avere la congiuntivite non significa necessariamente esserne affetti, è bene proteggere anche gli occhi utilizzando degli occhiali protettivi per non toccarli con le mani non perfettamente pulite, ed evitare l’esposizione ravvicinata ad altre persone, specialmente a coloro che mostrano i segni ormai sempre più tipici dell’infezione da Coronavirus.