Il diabete mellito è una malattia metabolica autoimmune caratterizzata dalla distruzione delle cellule β pancreatiche (CD4+ e CD8+ cellule T e infiltrazione dei macrofagi nelle isole pancreatiche), solitamente associata all’insulino-deficienza, che determina una patologica concentrazione di glucosio nel sangue.
Il diabete mellito di tipo 1 (DM1) è una delle malattie croniche più comuni nei bambini, esordisce in età inferiore ai 20 anni e rappresenta una grande sfida per la salute pubblica globale.
Nonostante i bambini e gli adolescenti con diabete di tipo 1 siano quotidianamente minacciati da complicanze acute di ipoglicemia e chetoacidosi, sono le alterazioni microvascolari e macrovascolari a lungo termine che li espongono al rischio di importanti complicanze multiorgano (fegato, occhio, cuore, reni).
Per quanto riguarda l’apparato visivo la complicanza più grave è la retinopatia diabetica (RD), che può verificarsi in tutti i tipi di diabete e portare gravi danni visivi fino alla cecità se non trattata in tempo con le corrette terapie.
La percentuale di rischio e l’età in cui la patologia oculare si manifesta sono elementi variabili, anche se non è raro che possa essere già presente una forma di RD al momento della prima diagnosi della malattia diabetica.
Uno studio prospettico danese che ha seguito bambini e adolescenti con DM1 per 8 anni ha riportato la prevalenza di RD (in diversi stadi) nel 17.7% dei pazienti nella fascia di età compresa fra i 12 e i 15 anni e del 45,4% in quelli di età compresa tra i 16 e i 20 anni, fino ad arrivare al 67,6% dopo i 20 anni. In base ad altri studi condotti in Inghilterra e Canada, si è potuto dimostrare che il rischio di sviluppare una RD dipende dall’età di insorgenza del diabete che spesso precede la diagnosi della malattia e dall’entità dell’iperglicemia nel tempo. Uno studio condotto in Australia, ha evidenziato che il 24% dei bambini e degli adolescenti con DM1 sviluppa la RD dopo 6 anni dall’insorgenza della malattia.
Come prevenire?
![Nuove tecnologie al servizio dei giovani pazienti diabetici 1 Immagine di una bambina che esegue l'esame del fondo oculare](https://b2864016.smushcdn.com/2864016/wp-content/uploads/2022/04/bambino-esame-del-fondo.jpg?lossy=1&strip=1&webp=1)
La gestione dei piccoli pazienti con DM1 può essere migliorata avvalendosi delle nuove tecnologie diagnostiche non invasive oggi disponibili. Le pompe per insulina, la digitalizzazione e condivisione dei dati biomedici e l’analisi in tempo reale dei risultati hanno portato miglioramenti significativi nel controllo glicemico. È bene ricordare che è necessario anche il controllo della pressione sanguigna, e dei lipidi, e che è fondamentale la collaborazione fra le diverse figure mediche che entrano in gioco (diabetologo, nefrologo, endocrinologo, oculista, pediatra di base e nutrizionista).
Per quanto riguarda il controllo periodico da parte dell’oculista del paziente con DM1, è fondamentale l’utilizzo di tecnologie diagnostiche che permettano di monitorare nel tempo le eventuali modificazioni patologiche nella rete vascolare retinica, della macula, del nervo ottico e del cristallino.
La retinografia del fondo oculare con Wide Angle per lo studio della retina periferica, la Tomografia a Coerenza Ottica (OCT) per escludere la presenza di un edema maculare diabetico e la biometria non a contatto per evidenziare le variazioni metaboliche del cristallino che possono presentarsi nel corso della malattia, sono esami fondamentali nel monitoraggio delle condizioni cliniche oculari e devono essere ripetuti in follow-up una volta l’anno.
Una diagnosi precoce e un lavoro di squadra fra le diverse specialità, possono rendere semplice la vita dei giovani pazienti, facendo sì che la patologia diabetica possa diventare per loro un elemento facile da gestire e controllare, vivendo una vita serena sapendo che la vista, sommo bene prezioso, è al sicuro.