Il glaucoma è una grave patologia degli occhi che, se non curata per tempo e in modo adeguato, può causare il deterioramento del nervo ottico, il “cavo di collegamento” tra l’occhio e il cervello. Se si perde la funzionalità di questo prezioso collegamento, il messaggio visivo generato dalla retina non può arrivare al cervello e di conseguenza non può esserci alcuna percezione visiva.
Il nervo ottico è costituito dal prolungamento degli assoni delle cellule ganglionari, cellule nervose che si trovano nella parte più interna della retina. Queste fanno parte del sistema nervoso centrale e quando subiscono un danno non sono in grado di rigenerarsi e “guarire”. Per questo motivo quando la funzionalità del nervo ottico viene perduta ne deriva una cecità irreversibile.
Oggi esistono diverse linee di ricerca finalizzate a sviluppare terapie in grado di far rigenerare il nervo ottico per ripristinare la visione perduta. I ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche dell’Università di Cambridge hanno individuato una proteina, la protrudina, che sembra avere un ruolo chiave nella crescita degli assoni del sistema nervoso centrale in via di sviluppo e nella ricrescita degli assoni danneggiati del sistema nervoso periferico (che, contrariamente ai neuroni del sistema nervoso centrale, presentano buone capacità rigenerative e di recupero funzionale). Conseguentemente i ricercatori hanno pensato di indurre la produzione di protrudina anche nelle cellule ganglionari incapaci di rigenerarsi e analizzare le conseguenze di tale procedura.
L’esperimento è stato effettuato in cellule ganglionari di topo, nelle quali la sintesi di protrudina è stata indotta mediante terapia genica, ossia inserendo un vettore virale contenente le informazioni genetiche necessarie. Lo studio ha dimostrato che la produzione di protrudina nelle cellule ganglionari induce un effetto rigenerativo sul nervo ottico danneggiato dal glaucoma. Questi risultati, pubblicati recentemente sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications, offrono speranze concrete che il ripristino della visione perduta a causa di neuropatie ottiche quali il glaucoma diventi presto una realtà concreta. Ci vorranno ancora altri studi, dichiara la Dr.ssa Veselina Petrova, responsabile della ricerca, ma la strada verso la cura della cecità è ormai aperta.