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L’ipermetropia è un difetto (o errore) refrattivo causato dalla messa a fuoco delle immagini oltre (dietro) il piano retinico. Ciò può essere causato da un bulbo oculare troppo corto (nel qual caso si parla di ipermetropia assiale) o da un potere di messa a fuoco della cornea e/o del cristallino inferiore al normale (nel qual caso di parla di ipermetropia refrattiva).
Sintomi
Le persone con ipermetropia lieve o moderata hanno difficoltà nel mettere a fuoco oggetti vicini ma vedono nitidamente da lontano. Ad esempio, come mostrato nell’immagine, una persona con un’ipermetropia di due diottrie vede nitidamente oltre i 50 centimetri ma sfuocato al di sotto di tale distanza. In caso di ipermetropia assiale, l’occhio può compensare per diversi anni il difetto refrattivo grazie alla capacità di messa a fuoco del cristallino (accomodazione). Le persone con disturbo elevato riscontrano difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti a tutte le distanze.
Diagnosi
È possibile effettuare la diagnosi di ipermetropia durante una visita oculistica, sia con la semplice lettura dei caratteri della tabella ottotipica sia con un’approfondita indagine strumentale.
Gli esami strumentali più utilizzati per valutarla e caratterizzarla sono:
- l’autorefrattometria, che fornisce parametri anatomici corneali e di refrazione,
- lo IOL Master, che misura la lunghezza del bulbo oculare,
- la topografia corneale, che fornisce alcuni parametri anatomici fondamentali analizzando le possibili alterazioni della curvatura corneale che possono dare origine a difetti ipermetropici,
- l’ecografia B-Scan, che valuta nei pazienti molto ipermetropi eventuali alterazioni di carattere morfologico all’interno dell’occhio, dato che il bulbo oculare risulta più piccolo del normale e ne potrebbero conseguire delle anomalie strutturali nei tessuti.
Come vede un ipermetrope?
Se affetto da questo disturbo, il paziente ipermetrope vedrà nitidamente da lontano ma avrà una visione sfuocata da vicino. Ad esempio, come mostrato nell’immagine, un paziente con una ipermetropia lieve di due diottrie vedrà gli oggetti perfettamente nitidi da una distanza infinita fino a 50 centimetri e sfuocati al di sotto di tale distanza.
Correzione
L’ipermetropia può essere corretta con lenti concave o convergenti, a potere diottrico positivo. In alternativa agli occhiali possono essere utilizzate le lenti a contatto.
Terapia Chirurgica
E’ possibile intervenire in maniera permanente grazie alla chirurgia refrattiva. Esistono diverse tecniche di chirurgia refrattiva, tutte basate sulla modifica della curvatura – e quindi del potere diottrico – della cornea, in modo tale da compensare il difetto refrattivo.
La cheratectomia fotorefrattiva (PRK, Photo Refractive Keratectomy) è una tecnica di chirurgia refrattiva che viene eseguita da diversi decenni per correggere il difetto refrattivo ed eliminare gli occhiali o le lenti a contatto grazie all’utilizzo di un laser a eccimeri.
L’intervento di PRK viene eseguito in anestesia locale e ha una durata di qualche minuto. Il laser a eccimeri permette di conseguire una “vaporizzazione” della struttura corneale più superficiale, che comprende l’epitelio corneale, la membrana di Bowman e parte dello stroma corneale. Grazie a questa procedura le immagini vengono rifocalizzate sul piano retinico e il paziente torna a vedere correttamente in maniera nitida in tempi brevi, senza più bisogno di occhiali o di lenti a contatto.
La tecnica iLASIK (Intra-Laser In Situ Keratomileusis) è stata sviluppata successivamente alla PRK e si differenzia da quest’ultima per la modalità di applicazione del laser a eccimeri: nella PRK il laser viene applicato sulla parte superficiale della cornea dopo avere rimosso lo strato epiteliale più esterno, mentre nell’iLasik il laser viene applicato sullo strato stromale, più interno, della cornea grazie alla creazione di un “flap corneale”, che consiste in un sottile strato di cornea che viene realizzato praticando un’incisione circolare incompleta con un laser a femtosecondi e ribaltando il sottilissimo strato di cornea compreso all’interno dell’incisione e che ricopre lo stroma.
La possibilità di modellare la cornea agendo direttamente sullo stroma permette di avere un recupero visivo immediato e assenza di dolore nel post-operatorio.
Sia la PRK che l’iLasik sono caratterizzate da un livello di sicurezza estremamente elevato, ineguagliabile nel campo della chirurgia oculare, e permettono di conseguire nei pazienti adeguatamente selezionati risultati prossimi al 100% rispetto agli obiettivi prefissati.
L’iLasik rappresenta un’evoluzione rispetto alla PRK e presenta alcuni vantaggi rispetto a quest’ultima, tuttavia non tutti i pazienti sono idonei per questa procedura. La scelta del tipo di chirurgia refrattiva da adottare per ogni specifico candidato, iLasik o PRK, deve essere valutata dall’oculista in base a determinati parametri anatomici dell’occhio.
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